Glicole dei pannelli solari: a cosa serve e come sostituirlo
Per la maggior parte, i pannelli solari impiegati nei sistemi per la produzione di acqua calda sanitaria sfruttano una tecnologia che all’interno del circuito solare prevede l’impiego di un fluido formato da acqua e glicole propilenico. Questo composto chimico incolore e inodore viene utilizzato come antigelo e antiruggine per la protezione degli impianti solari. Vediamo nel dettaglio a cosa serve e come sostituirlo.
I rischi del glicole in un impianto solare termico
Quando si utilizzano pannelli solari con il glicole, uno dei rischi principali che si incontrano è la stagnazione, che si verifica quando il fluido termovettore presente nell’impianto raggiunge temperature molto elevate (200°). Questo può succedere in caso di forte irraggiamento, unito spesso a una minore richiesta di acqua calda o addirittura all’inutilizzo dell’impianto per qualche tempo. In un contesto del genere, tutte le componenti dell’impianto sono messe a dura prova, compreso l’antigelo a base di glicole, che può acidificare e dare origine a fenomeni corrosivi dei circuiti.
Quali controlli servono a un impianto solare con glicole?
Per prevenire il verificarsi di situazioni indesiderate, i pannelli solari contenenti glicole devono essere sottoposti a controlli periodici da parte di tecnici specializzati. La scelta ottimale è quella di far fare una verifica già dopo sei mesi dall’installazione e successivamente effettuare controlli con cadenza annuale.
Gli aspetti da controllare sono innanzitutto la portata del fluido termovettore all’interno del circuito, in modo da verificare che non si siano formati depositi di calcare o ostruzioni.
Anche l’integrità dei componenti va controllata periodicamente, come le valvole di sicurezza, quelle di sfiato e la membrana del vaso di espansione.
Attenzione anche a possibili perdite di fluido, da individuare attraverso la verifica della pressione.
Altra verifica importante da effettuare è la composizione del fluido a base di glicole, soprattutto laddove si sia verificata una fase di stagnazione. Bisogna quindi controllare la percentuale di glicole presente nella miscela e il suo ph, che non dovrebbe mai abbassarsi al di sotto di 6,6, onde evitare che diventi corrosivo e che danneggi l’impianto.
Ogni due anni circa, bisognerebbe inoltre verificare la quantità di glicole presente nell’impianto.
La sostituzione del glicole nei pannelli solari
Quando si deve rabboccare o sostituire il glicole nell’impianto solare termico è innanzitutto necessario effettuare il risciacquo del circuito. Per farlo bisogna riempire il bollitore con l’acqua della rete, aprendo il rubinetto dell’acqua calda in casa.
Quando il bollitore sarà riempito, si potrà riempire anche il circuito solare, miscelando il glicole con l’acqua per poi immetterlo nell’impianto in un contenitore separato, con una concentrazione che solitamente viene indicata nelle istruzioni dell’impianto stesso. Durante il riempimento va rimossa la valvola di sicurezza che consente di verificare il completo riempimento, tramite la fuoriuscita del liquido. Essa andrà poi richiusa.
La procedura prevede quindi di trovarsi in una posizione di partenza con valvole di scarico, di sfiato e di riempimento aperte e quella di intercettazione chiusa.
Si deve quindi posizionare una pompa di riempimento tra il rubinetto e il contenitore, collegando il rubinetto di riempimento e quello di scarico al contenitore della miscela. A questo punto bisogna riempire il circuito finché il liquido non esce dal rubinetto di scarico. Quindi il rubinetto andrà chiuso, e si continuerà a rilasciare liquido finché la pressione non sarà risalita al valore iniziale. Si dovrà quindi chiudere il rubinetto di riempimento e aprire la valvola di intercettazione, quindi attivare la pompa di circolazione per far uscire l’aria.
Come smaltire il glicole residuo?
Nel corso delle operazioni di manutenzione e sostituzione del liquido antigelo a base di glicole, è importante che la miscela esausta venga smaltita correttamente. Per le sue caratteristiche, il glicole deve essere trattato come rifiuto tossico, e non deve assolutamente essere gettato sul terreno o negli scarichi fognari.