Chi deve sostituire lo scaldabagno rotto, l’inquilino o il proprietario?

Ariston Italia | Aggiornato il: 6 giugno 2024

Nella abitazioni in affitto esistono sempre dei problemi nella gestione degli impianti di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda, ad esempio con il dubbio su chi sia il responsabile della manutenzione della caldaia nelle case locate. Eppure, è indispensabile avere le idee chiare, per sapere chi deve occuparsi del mantenimento dei dispositivi, del rispetto dei controlli di legge, di eventuali riparazioni e sostituzioni.  

Oggi vedremo una situazione piuttosto comune, ovvero chi deve sostituire lo scaldabagno rotto tra l’inquilino e il proprietario, un apparecchio essenziale per la fornitura di acqua calda sanitaria per il bagno e la cucina. È importante conoscere cosa dice la legge per evitare diatribe e discussioni inutili, adoperandosi subito all’installazione del nuovo boiler senza perdere tempo prezioso. Ecco tutto quello che bisogna sapere a riguardo. 



Proprietario o inquilino: chi è il responsabile dello scaldabagno? 


Quando si affitta un immobile è essenziale sapere quali sono le 
responsabilità dell’inquilino (locatario) e del proprietario (locatore), cercando di chiarire fin da subito i compiti di entrambe le parti. In questo modo è possibile vivere serenamente, stare in regola con i propri doveri e mantenere un rapporto sano e trasparente. Per quanto riguarda lo scaldabagno, ma anche per gli altri impianti, le normative di legge sono abbastanza chiare in merito. 

Lo scaldabagno deve essere tenuto in buono stato dal proprietario, il quale deve effettuare la manutenzione straordinaria e di tutti gli interventi necessari in caso di danni, guasti o il normale deterioramento dovuto all’utilizzo del dispositivo. L’inquilino, invece, deve realizzare la manutenzione ordinaria dello scaldabagno, ad esempio pagando i controlli obbligatori dei fumi di scarico e la pulizia periodica del boiler, rispettando quanto indicato nel libretto uso e manutenzione dell’impianto. 

In poche parole, se il proprietario dell’immobile fornisce un’abitazione dotata di uno scaldacqua lo cede in uso all’inquilino, il quale deve mantenerlo in efficienza occupandosi degli interventi necessari per l’utilizzo del dispositivo. Il proprietario rimane responsabile di rotture e danneggiamenti non dovuti all’impiego dello scaldabagno, perciò se l’impianto si rompe perché vecchio, oppure per un problema non riconducibile al nuovo inquilino, è il titolare dell’appartamento che deve sostenere la spesa.  



Scaldabagno rotto: chi paga tra inquilino e proprietario 


Come abbiamo visto, 
se lo scaldabagno si rompe è il proprietario a doverlo sostituire, facendosi carico delle spese per l’installazione di un nuovo boiler al posto di quello vecchio. In questo caso, dunque, potrà scegliere liberamente quale impianto montare, ad esempio preferendo uno scaldacqua a gas, facendo installare un boiler elettrico, oppure preferendo una soluzione più ecologica ed efficiente come uno scaldabagno a pompa di calore in base alle sue esigenze. 

A l’inquilino non rimane che informare il proprietario della rottura del dispositivo, aspettando che chiami un tecnico specializzato per procedere con la sostituzione dell’impianto per l’acqua calda arrivato a fine vita. Ovviamente esistono delle situazioni più complesse, ad esempio quando lo scaldabagno si rompe ma il proprietario non è così celere nell’occuparsi dell’intervento. Sicuramente è meglio attendere l’attivazione del responsabile, per evitare qualsiasi tipo di problema a riguardo. 

Ad ogni modo, in presenza di una reale necessità di un’installazione urgente, ad esempio perché il vecchio scaldacqua non può essere riparato e da alcuni giorni non c’è più l’acqua calda in casa, l’inquilino può farsi carico della spesa e richiedere successivamente il rimborso. Senza dubbio si tratta di un caso limite, infatti è opportuno cercare sempre di risolvere in modo ordinario, ad esempio facendo notare al proprietario l’urgenza della sostituzione dello scaldabagno.